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Manifestanti, hacker, attivisti, ecco Anonymous di OpKKK e OpFerguson

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Ferguson brucia. Dopo la sentenza dell’assoluzione di Darren Wilson, l’agente che il 9 agosto freddò con sei colpi di pistola Michael Brown, la cittadina del Missouri è divenuta nuovamente terra di proteste. Ad essa si sono unite in fratellanza più di 170 città statunitensi con marce pacifiche. Immancabile, in tutto l’arco delle manifestazioni, da agosto a novembre, la presenza degli Anonymous come supporto nel web.
OpFerguson
Questa Op è stata voluta per aiutare le persone a combattere l’ingiustizia e il suo futuro si basa sulla sua cooperazione con la gente del posto“, con queste parole uno degli Anon di OpFerguson sottoscrive in un’intervista il patto tra i cittadini di Ferguson e gli Anonymous.
OpFerguson è ormai una protesta globale, che sancisce l’eterno patto tra rete e movimenti delle strade, in cui Guy Fawkes è il simbolo della lotta. Nata come sostegno dei manifestanti di agosto, si è rigenerata a novembre con i 100 giorni della morte di Michael Brown, divenendo OpFerguson II e avendo come costola OpKKK. È comunque un continuo di azioni che vanno avanti dal tragico giorno in cui Brown fu assassinato, le sfumature dei nomi hanno sempre e comunque il fulcro della lotta alla violenza. “Vale la pena ricordare – ha raccontato uno degli Anonymous che ha più seguito OpFerguson e di cui rispettiamo la privacy non riportando il nickname – che in quel momento i media tradizionali avevano deciso di dare poca importanza alla cosa e si interessarono pochissimo a far passare notizie sulla vicenda. Ma in meno di 24 ore OpFerguson di Anonymous è riuscita a catalizzare l’attenzione dell’ 80-90% degli articoli di notizie relative a Ferguson. Per molti era “solo un normale funzionamento“, ma con la diffusione virale a livello locale e la crescente ingiustizia e il susseguirsi fatti orribili, i grandi siti di informazione su Internet hanno iniziato a coprire il caso, e in 2-3 giorni le news sono rimbalzate su tutte le reti di notizie. Così Anonymous ha raggiunto l’obiettivo più importante attirare l’attenzione su un argomento e problema specifico“. 
 
In questa azione il volto di Anonymous prende connotati sempre più precisi, ravvivando quelli avuti durante la Primavera Araba, durante le azioni di sostegno alla Turchia dopo il blocco dei social, mettendo lo strumento informatico che si avvale di internet e delle sue connessioni a tutto, come megafono universale alla voce del popolo. OpFerguson, che comprende OpKKK – o OpHoodsOff – è così una manifestazione dalle varie facce.
In questo caso la militarizzazione della Polizia Statunitense è stata uno dei nodi della rivolta. “Questa op di Anonymous – ha specificato l’hacktivista –  ha il sotto-obiettivo di combattere il KKK, quindi comprende anche la lotta al razzismo, ma se la gente pensa che  sia solo contro esso sbaglia. L’azione è contro la brutalità della Polizia. Guarda Darren Wilson,  è protetto dalla legge a ucciderà ancora altra gente nel momento in cui sentirà la sua vita nuovamente in pericolo.
 
Com’è andata OpKKK
I ragazzi dal volto di Guy Fawkes si sono scagliati contro gli incappucciati del Klan che erano sempre stati anonimi. Una guerra a volti coperti, vinta da Anonymous che è riuscito a tirare giù il cappuccio ai membri della storica organizzazione incline a temi nazisti e razzisti. La rabbia degli hacktivisti è stata provocata dalle dichiarazioni degli incappucciati, i quali durante la ricorrenza dei 100 giorni della morte di Mike Brown hanno minacciato di usare violenza letale contro i manifestanti di Ferguson che si opponevano alla Polizia. Qui la Legione, che alle parole risponde coi fatti, si è scagliata per intero contro il Ku Klux Klan, mai visto di buon occhio, dati gli ideali opposti a quelli di Anonymous. Gli account Twitter principali sono stati presi e sono a tutt’oggi nelle mani dei cyberhacktivisti; i membri dell’organizzazione, 29 in tutto, sono stati messi a nudo e tra loro sono saltati fuori anche nomi di poliziotti; i siti sono stati bombardati di richieste e sono finiti offline. A evidenziarlo lo stesso hacktivista con cui abbiamo parlato: “Il KKK è stato completamente fottuto da Anonymous. Calcola che gli account Twitter hanno subìto un hijacking e che i membri sono stati doxati, tanto che abbiamo potuto scoprire forti collegamenti tra KKK e Polizia“.  Insomma una strage mediatica stigmatizzata con la maschera dal beffardo sorriso: quella di Guy Fawkes. La risposta del KKK è stata di guerra reale: “Uccideremo tutti coloro che nelle manifestazioni indosseranno la maschera di Guy Fawkes“, hanno dichiarato poi gli -ex – incappucciati dall’orgoglio ferito. Tuttavia uno degli Anonymous, Alex Poucher, ha voluto anch’egli tirar via la maschera dal suo volto e incontrare Frank Ancona, leader dei Cavalieri del KKK. L’incontro si è svolto in un locale per mitigare le tensioni tra i due gruppi. Ovviamente non tutti hanno visto di buon occhio l’incontro e molti lo hanno considerato una ‘bullshit’.
La primavera della cittadina dà segni di non voler terminare, tanto che il presidente Obama ha richiamato alla pace, ma la presenza di 2mila uomini della Guardia Nazionale sul territorio della cittadina voluti per ordine del Governatore del Missouri, Jay Nixon agli occhi dei protestanti, mediatici e no, è comunque simbolo di minaccia.
 
Così la guerra di Ferguson non termina. Dopo l’assoluzione dell’agente Wilson da parte del Gran Jury, che è composto prevalentemente da giudici bianchi,  i manifestanti nelle strade sono diventati di più e nel cyberspazio è nuovamente ripresa l’attività di Anonymous: “Un giovane ragazzo è stato ucciso – spiegano in una lettera aperta in cui si dichiarano la loro sollevazione di massa in appoggio a Ferguson – e il suo assassino è libero. Stiamo lavorando per aiutare i manifestanti. Il nostro compito non è la violenza, essa non è mai la missione di Anonymous. Il nostro compito è quello di insegnare a chi ha fatto il male a fare il bene”. Le parole di coloro che sono considerati i Ribelli, sono parole che richiamano alla pace nelle strade e sono state lasciate direttamente su pastebin nei canali delle chat IRC. Un gruppo di loro da queste fattezze pacifiste, sottolinea che “i nostri avversari stanno usando la forza contro di noi, ma preghiamo di non fare lo stesso”, perché “la distruzione che sta avvenendo è una follia. È vitale per noi fermare la violenza perché il nostro obiettivo è la riforma sociale e la violenza non è il metodo per raggiungerla”. Avendo una concezione di acktivismo anarchica, la Legione agglomera in sé svariati elementi e se all’apparenza risulta uno schieramento mondiale di agire compatto, all’analisi si dimostra avere all’interno forme di gruppi eterogenei fra loro. OpFerguson mostra tutte le facce delle posizioni degli Anonymous. Durante la notte i siti governativi sono stati attaccati e da quelli della Polizia sono stati prelevati leaks. “Ferguson è diventato il volto di incidenti analoghi: omicidi.  – ha concluso l’hacktivistaSempre più persone si occupano di queste cose, la gente comincia a prestare più attenzione a casi simili nella speranza di ottenere la stessa quantità di attenzione. Dobbiamo ricordare che abbiamo investito miliardi di dollari in un sistema che dovrebbe proteggerci da criminali e terroristi, ma dall’altra parte ogni anno la polizia uccide innocenti e persone inermi che terroristi più di quanto possiamo immaginare. Abbiamo paura dopo gli attacchi di 9/11, ma ci si dimentica che la quantità di persone che si sono uccise in un giorno sono sempre di numero più basso rispetto al numero di persone uccise ogni anno dalla polizia. La parte peggiore di ciò è che non ci sono conseguenze. Se non siamo in grado di punire Darren Wilson, non possiamo punire il poliziotto che ha ucciso Tamir Rice e tutti gli altri che seguiranno“.
 
 

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priscilla.punk

E pur la morte, ammettiamolo, che con la sua spietata falce strappa via i cuori, insegna a tener care le persone in questa vita che è un soffio.

 

http://anon-news.blogspot.it/2014/10/another-one-has-fallen-today.html

 

 

 

 

«We are CyberAngels»

Quando si parla di pedofilia in rete si tratta un argomento delicato e di vastissime dimensioni. I numeri che vanno a comporre il fenomeno sono tra i più alti che esistono. Dietro quest’ondata che si fa via via sempre più potente e prepotente nell’intera area di internet, si trova anche chi instancabilmente cerca di combatterla. Ne abbiamo parlato già altre volte, tuttavia l’argomento non cessa mai di attirare attenzione e stima: parliamo degli Anonymous PedoHunter, gli ‘acchiappa pedofili’, i CyberAngels. Ecco come agiscono, come studiano i pedofili, come si costruiscono malware che infettano le macchine dei pederasti. Ed ecco che nel deepweb, oltre la pedofilia, anche la tratta di organi.

 

Gli uomini (e donne, ndr) dal volto di Guy Fawkes cercano instancabilmente gli autori di crimini  pedopornografici. Dalle profondità della rete nascosta, fino alla superficie dei social network. Sono numerosi infatti anche i gruppi di Facebook che segnalano pagine pedopornografiche, aperte così, senza che nessun amministratore del social se ne accorga o dica nulla. “Ne segnaliamo circa una ventina al giorno, la maggior parte delle quali viene chiusa”, spiega uno degli Anonymous PedoHunter di Facebook.

 

Tornando a coloro che si muovono nei meandri del web profondo, si scopre che essi dedicano alla ricerca e alla stesura di schede riguardanti i pedofili (dox), quasi tutto il tempo libero che hanno a disposizione. Ma le difficoltà sono enormi, tanto che “per ‘doxare’ un pedofilo servono anche tre mesi, anche un anno”, mi fa presente uno degli Anonymous. Il tempo è tanto perché bisogna avere delle prove necessarie onde evitare di denunciare un innocente. “Purtroppo nel deepweb c’è una vera e propria tratta di bambini – scrive Eraser, uno degli Anonymous a cui do un nickname di fantasia -. Ci sono genitori che vendono i propri figli per accumulare un po’ di soldi. Altri che nelle chat cercano bambini di pochi mesi; altri ancora che cercano dodicenni per praticare sesso snuff per poi ucciderli. Tutto per scambio di denaro o altro materiale pedopornografico”. Durante un’intervista uno degli Anonymous mi mostra uno screenshot caricato su AnonFiles (network raggiungibile solo con la rete Tor perché bloccato in Italia). Sulla schermata sono visibili uno sfondo bianco in cui danno l’impressione di scorrere frasi di una chatroom e in cui sono visibili dei nomi sul lato. Sopra la schermata varie finestre aperte, che rappresentano stanze di conversazioni private che l’Anonimo tiene con i presunti pedofili. Il suo nome è di fantasia e si presenta come un ragazzino di 12 anni. “Così cerco di acchiappare questi mostri – racconta durante la conversazione avuta con me – Vado nelle chat, mi presento come un ragazzino o una ragazzina e cerco di adescarli”. Nelle finestre aperte sono visibili le varie conversazioni in cui alcuni fa avances al finto ragazzo e delle foto inviate, che l’Anonimo ha cautamente schermato onde evitare che io possa vedere il volto dei presunti pedofili. “Mi inviano spesso foto hard. A volte anche filmati e fanno di tutto perché quello che loro pensano essere un ragazzino, cada nella loro rete. Offrono soldi nella maggior parte dei casi”. Cosa avviene poi? “Gli invio io dei link, facendo credere che sono fotografie o filmati. In questi link nascondo un virus che li infetta. Scavo nel loro computer e li acchiappo”.

 

Ma l’orrore non finisce qui. “Abbiamo trovato anche tratta di organi – racconta Doxer, altro Anon dal nick di fantasia -. Gli scambi provengono dai paesi meno emancipati con i paesi più ricchi. Il prezzo varia a seconda dell’età del bambino. Diciamo che a sette anni è considerato ‘ottima merce’, perché gli organi sono tutti sviluppati e giovani. Di età inferiore non sono molto richiesti, dato che gli organi sono ancora troppo piccoli. Comunque l’età richiesta varia fino ai 12 anni”. Andare ad approfondire l’argomento è impossibile, dato che lo stesso Doxer mi blocca a causa della pericolosità del tema: “Non posso dirti oltre, ti metterei in pericolo. Quelli sono criminali, che assoldano killer nella rete nascosta e uccidono senza scrupoli”.

 

pedohunter anonymousCome detto poc’anzi per inchiodare i pedofili i CyberAngels hanno bisogno di virus, in questo caso parliamo di rootkit, o di malware trojan. Con essi infettano le macchine dei criminali, entrano dentro i database e scavano. Inoltre riescono ad avere controllo della webcam, in modo da osservarne le mosse. Come fanno? “Creiamo un vettore di infezione, mettiamo backdoor , da qui abbiamo la privilege escalation to root privs  fino al load kernel module (rootkit) – spiega in maniera molto tecnica Golden -.In termini umani significa che serve un vettore di infezione per portare una backdoor sull’OS (sistema operativo) che usi (in questo caso parliamo di Linux) e si può fare in diversi modi: macro office, pendrives, email, ecc. Una volta piazzata la backdoor è tempo di diventare utenti root, in modo da avere il controllo totale della macchina. Un altro modo simpatico per infettarti sarebbe avere accesso alla stessa rete lan/wifi, in modo che io possa mandarti aggiornamenti di linux falsi con dentro la mia bella backdoor. Se quel programma si avvia anche con i privilegi di root è fatta. Una volta diventato root è possibile caricare un LKM (loadable kernel module) a runtime, cioè sul momento.E quell’LKM è proprio il tuo rootkit” Come lo programmano? In linguaggio Java, o C: “Il rootkit su linux è solo in C, non hai altra scelta dato che lo stesso kernel è fatto in C”, conclude Golden.

 

La mappa della pedopornografia varia ed è quasi impossibile tracciarne i connotati. “Spendiamo molto tempo a studiare il modo in cui si muovono – spiega Roller, un membro internazionale del collettivo -. La pedofilia è un modo di vivere per molti, come una filosofia, ma sapendo che è un fuorilegge si nascondono dietro associazioni, gruppi politici, spesso anche dietro comunità cristiane o religiose in genere. Le ultime sono le più terribili, temibili e lusinghiere. Con la scusa della fede e del potere che essa ha sulle menti, adescano giovanissimi e bambini. Teniamo d’occhio questo tipo di gruppi in maniera particolare. Cerchiamo di monitorare il loro agire e se necessario dobbiamo travestirci da uno di loro, entrare in confidenza col presunto pedofilo e cercare di infettarne il computer con un virus per trovarvi materiale pedopornografico”. Già una volta con l’operazione denominata AntiSec Vs Clero del 2012 della branca italiana del collettivo, gli Anonymous Italy si erano scagliati verso un prete, Don Ruggeri, accusato dalle autorità di abusi sessuali contro una ragazzina di 13 anni. Il collettivo aveva pubblicato l’intero database delle sue mail, circa 2.5 Gb di materiale.

CyberAngels, parla un Anonymous che combatte la pedofilia

anonymous.heart.cronaca.liberaIl loro nome è CyberAngels e sono gli Anonymous anti~pedo che danno caccia ai pedofili in rete.

(Continued)