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«We are CyberAngels»

Quando si parla di pedofilia in rete si tratta un argomento delicato e di vastissime dimensioni. I numeri che vanno a comporre il fenomeno sono tra i più alti che esistono. Dietro quest’ondata che si fa via via sempre più potente e prepotente nell’intera area di internet, si trova anche chi instancabilmente cerca di combatterla. Ne abbiamo parlato già altre volte, tuttavia l’argomento non cessa mai di attirare attenzione e stima: parliamo degli Anonymous PedoHunter, gli ‘acchiappa pedofili’, i CyberAngels. Ecco come agiscono, come studiano i pedofili, come si costruiscono malware che infettano le macchine dei pederasti. Ed ecco che nel deepweb, oltre la pedofilia, anche la tratta di organi.

 

Gli uomini (e donne, ndr) dal volto di Guy Fawkes cercano instancabilmente gli autori di crimini  pedopornografici. Dalle profondità della rete nascosta, fino alla superficie dei social network. Sono numerosi infatti anche i gruppi di Facebook che segnalano pagine pedopornografiche, aperte così, senza che nessun amministratore del social se ne accorga o dica nulla. “Ne segnaliamo circa una ventina al giorno, la maggior parte delle quali viene chiusa”, spiega uno degli Anonymous PedoHunter di Facebook.

 

Tornando a coloro che si muovono nei meandri del web profondo, si scopre che essi dedicano alla ricerca e alla stesura di schede riguardanti i pedofili (dox), quasi tutto il tempo libero che hanno a disposizione. Ma le difficoltà sono enormi, tanto che “per ‘doxare’ un pedofilo servono anche tre mesi, anche un anno”, mi fa presente uno degli Anonymous. Il tempo è tanto perché bisogna avere delle prove necessarie onde evitare di denunciare un innocente. “Purtroppo nel deepweb c’è una vera e propria tratta di bambini – scrive Eraser, uno degli Anonymous a cui do un nickname di fantasia -. Ci sono genitori che vendono i propri figli per accumulare un po’ di soldi. Altri che nelle chat cercano bambini di pochi mesi; altri ancora che cercano dodicenni per praticare sesso snuff per poi ucciderli. Tutto per scambio di denaro o altro materiale pedopornografico”. Durante un’intervista uno degli Anonymous mi mostra uno screenshot caricato su AnonFiles (network raggiungibile solo con la rete Tor perché bloccato in Italia). Sulla schermata sono visibili uno sfondo bianco in cui danno l’impressione di scorrere frasi di una chatroom e in cui sono visibili dei nomi sul lato. Sopra la schermata varie finestre aperte, che rappresentano stanze di conversazioni private che l’Anonimo tiene con i presunti pedofili. Il suo nome è di fantasia e si presenta come un ragazzino di 12 anni. “Così cerco di acchiappare questi mostri – racconta durante la conversazione avuta con me – Vado nelle chat, mi presento come un ragazzino o una ragazzina e cerco di adescarli”. Nelle finestre aperte sono visibili le varie conversazioni in cui alcuni fa avances al finto ragazzo e delle foto inviate, che l’Anonimo ha cautamente schermato onde evitare che io possa vedere il volto dei presunti pedofili. “Mi inviano spesso foto hard. A volte anche filmati e fanno di tutto perché quello che loro pensano essere un ragazzino, cada nella loro rete. Offrono soldi nella maggior parte dei casi”. Cosa avviene poi? “Gli invio io dei link, facendo credere che sono fotografie o filmati. In questi link nascondo un virus che li infetta. Scavo nel loro computer e li acchiappo”.

 

Ma l’orrore non finisce qui. “Abbiamo trovato anche tratta di organi – racconta Doxer, altro Anon dal nick di fantasia -. Gli scambi provengono dai paesi meno emancipati con i paesi più ricchi. Il prezzo varia a seconda dell’età del bambino. Diciamo che a sette anni è considerato ‘ottima merce’, perché gli organi sono tutti sviluppati e giovani. Di età inferiore non sono molto richiesti, dato che gli organi sono ancora troppo piccoli. Comunque l’età richiesta varia fino ai 12 anni”. Andare ad approfondire l’argomento è impossibile, dato che lo stesso Doxer mi blocca a causa della pericolosità del tema: “Non posso dirti oltre, ti metterei in pericolo. Quelli sono criminali, che assoldano killer nella rete nascosta e uccidono senza scrupoli”.

 

pedohunter anonymousCome detto poc’anzi per inchiodare i pedofili i CyberAngels hanno bisogno di virus, in questo caso parliamo di rootkit, o di malware trojan. Con essi infettano le macchine dei criminali, entrano dentro i database e scavano. Inoltre riescono ad avere controllo della webcam, in modo da osservarne le mosse. Come fanno? “Creiamo un vettore di infezione, mettiamo backdoor , da qui abbiamo la privilege escalation to root privs  fino al load kernel module (rootkit) – spiega in maniera molto tecnica Golden -.In termini umani significa che serve un vettore di infezione per portare una backdoor sull’OS (sistema operativo) che usi (in questo caso parliamo di Linux) e si può fare in diversi modi: macro office, pendrives, email, ecc. Una volta piazzata la backdoor è tempo di diventare utenti root, in modo da avere il controllo totale della macchina. Un altro modo simpatico per infettarti sarebbe avere accesso alla stessa rete lan/wifi, in modo che io possa mandarti aggiornamenti di linux falsi con dentro la mia bella backdoor. Se quel programma si avvia anche con i privilegi di root è fatta. Una volta diventato root è possibile caricare un LKM (loadable kernel module) a runtime, cioè sul momento.E quell’LKM è proprio il tuo rootkit” Come lo programmano? In linguaggio Java, o C: “Il rootkit su linux è solo in C, non hai altra scelta dato che lo stesso kernel è fatto in C”, conclude Golden.

 

La mappa della pedopornografia varia ed è quasi impossibile tracciarne i connotati. “Spendiamo molto tempo a studiare il modo in cui si muovono – spiega Roller, un membro internazionale del collettivo -. La pedofilia è un modo di vivere per molti, come una filosofia, ma sapendo che è un fuorilegge si nascondono dietro associazioni, gruppi politici, spesso anche dietro comunità cristiane o religiose in genere. Le ultime sono le più terribili, temibili e lusinghiere. Con la scusa della fede e del potere che essa ha sulle menti, adescano giovanissimi e bambini. Teniamo d’occhio questo tipo di gruppi in maniera particolare. Cerchiamo di monitorare il loro agire e se necessario dobbiamo travestirci da uno di loro, entrare in confidenza col presunto pedofilo e cercare di infettarne il computer con un virus per trovarvi materiale pedopornografico”. Già una volta con l’operazione denominata AntiSec Vs Clero del 2012 della branca italiana del collettivo, gli Anonymous Italy si erano scagliati verso un prete, Don Ruggeri, accusato dalle autorità di abusi sessuali contro una ragazzina di 13 anni. Il collettivo aveva pubblicato l’intero database delle sue mail, circa 2.5 Gb di materiale.